Tè bianchi

I tè bianchi... che dire? van di moda ma spesso non si sa nulla su questa tipologia se non che i media ogni tanto ne parlano come elisir di giovinezza e via di seguito... peccato che le informazioni sono sempre decisamente vaghe ed esagerate. Dire tè bianco non significa molto, è solo una lavorazione delle foglie e il prodotto ottenuto può essere più o meno buono, sicuramente non è il non plus ultra, sarebbe come dire che il Brunello di Montalcino è il miglior vino del mondo... è sicuramente fra i grandi ma è impossibile quando si parla di qualità generalizzare fra tipologie diverse.

Di tè bianchi ne esistono diversi, nascono in Cina ma le richieste del mercato hanno fatto avviare produzioni un pò dappertutto, ora si trovano bianchi indiani, di Ceylon, del Kenya etc.

La qualità è dovuta essenzialmente a due fattori: la tipologia delle foglie impiegate (solo gemme per i più grandi) e il periodo di raccolta (la prima di fine marzo è generalmente la migliore).

Le foglie non subiscono quasi nessun tipo di lavorazione, vengono raccolte, selezionate, avvizzite ed essiccate.

Il non passare per la fase di rollatura ( che serve a rompere le membrane cellulari) ne fa un tè estremamente delicato con tutti i profumi primari intatti.

Di norma, se preparato all'europea, i tempi di infusione sono molto lunghi con acqua assolutamente non bollente; se invece lo prepariamo alla cinese e in gaiwan allora i tempi sono decisamente brevi con la possibilità di ripetere l'infusione, ovviamente essendo stati i cinesi ad inventare questa tipologia di tè....

L'utilizzo di acqua minerale naturale è indispensabile per questi tè, un'acqua di rubinetto vi darà una tazza piatta di sapore e senza odore.

Sono tè che colorano pochissimo e il tè in tazza si presenta quasi incolore.

Tè bianchi

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